MARTINI: La domanda per me è troppo semplice: non credo che ci sia una chiave. La Bibbia stessa ci parla della Parola di Dio, è la Parola stessa che ci apre, non siamo noi ad aprirla. È nella Bibbia che noi siamo contenuti. È la Bibbia stessa che è la chiave della nostra vita. Io rovescerei la domanda. Fin dall’inizio quando ho scritto la seconda lettera pastorale dal titolo: “In principio la Parola”, dove enunciavo la principalità della Scrittura, partivo da questo: la Bibbia che ci rappresenta il mondo della Parola di Dio, è quella cosa in cui noi siamo dentro e di cui non possiamo coglierne i limiti, che ci supera da ogni parte e che ci contiene, che ci spiega, che ci interpella.
Quindi qualunque approccio va bene, purché lasci che la Bibbia, come Parola di Dio, mi spieghi, mi interpelli, mi dia una risposta. Poi per ciascuno sarà diversissima l’apertura, l’ingresso. Questo lo vedo dalla mia esperienza, le persone che ho conosciuto, vi sono entrate da cammini profondamente diversi.
Per cui preferirei dire: “La Bibbia ha la chiave della Bibbia”. È ciò che io devo scoprire con la Bibbia la chiave di me stesso. Il cardinale Bea da questa cattedra offriva una risposta più pragmatica. Quando cominciava le lezioni di metodologia, diceva: “Sappiate che la prima lingua orientale è il tedesco”.